venerdì 26 settembre 2008

Que serà seràààààà,
forever will beeeeeee will beeeeeeeeee
'mbriao cossìììììììì cossììììììììììì
que serà serààààààààààààààààà

mercoledì 24 settembre 2008

Questa sera va in scena la serie A, questa sera, quando l'Inter giocherà contro il Lecce, Capitan Zanetti firmerà la sua presenza numero 600 in maglia nerazzurra.
Sei un esempio di sportività, sacrificio, impegno, lealtà, amore.

"Tu sei tutto quello che un uomo dovrebbe essere." Questo è scritto sulla tua fascia da capitano in omaggio ad un grande, ma questo è quello che sei tu, Oh Capitano! Mio Capitano!





martedì 23 settembre 2008

L'ho fatto, ho comprato Alitalia. La compagni di bandiera è salva. Avviso quindi tutti i miei compagni di viaggio: sabato prossimo è confermatissima la partenza per Monaco di Baviera. E vi dico di più, un aereo tutto nostro con le hostess più fighe e gli assistenti più discreti. Ecco una foto che mi ritrae insieme allo staff che ho scelto. Scusate la qualità, ma Silvio l'ha scattata con il cellulare, io gli avevo detto di farla fare a Renato che era venuto con la pentax...





lunedì 22 settembre 2008

Pare che CIA ed FBI siano riusciti a mettere una Mata Hari alle calcagna di quei 3.
Riusciamo ad avere così un documento sconvolgente, che racconta come El Sasi, The Pointerman e The Cat, irridono i loro inseguitori bevendo birra al Morrison's Pub.


sabato 20 settembre 2008





Tra un paio di settimane ripartià il campionato regionale di calcio a 11 e io sarò al Fulvio Bernardini a seguire la squadra del mio quartiere, l'ASD Municipio Roma 5.
Stagione nuova, volti nuovi agli allenamenti, gente carica convinta di poter fare un gran campionato, dopo la salvezza conquistata soffrendo la scorsa stagione.
Il cmbiamento radicale è anche on line, dove il sito della squadra (ancora in beta version) si presenta con una veste grafica completamente rinnovata.
Good football, good luck!


giovedì 18 settembre 2008

Il pasto di oggi

Vi regalo un video inedito (in qualche modo di sinistra, Lui').
Io, Cristian, Paoletto e Aldino siamo stati al week end di chiusura della prima Festa Democratica a Firenze. Alloggiavamo in un ostello bellissimo "Archi Rossi" in via Faenza. A due passi dalla stazione centrale e dal centro città. Succede che io e Cristian eravamo in camera e Aldino con Paoletto in giardino a conversare con 4 spagnole abbordate poco prima. Da bravi manzi italiani quali siamo. Comunque, ci servivano le chiavi di Aldo, necessarie ad aprire l'armadio e siccome siamo pigri, decidiamo di farcele tirare da sotto, tanto siamo solo al primo piano. Aldo lancia, Cristian fallisce la presa, le chiavi vanno a finire sull'adiacente tetto del locale caldaie. E secondo voi tra un'imprecazione e l'altra, chi è andato a recuperarle?


Purtroppo ho dovuto eliminare l'audio...

mercoledì 17 settembre 2008

Questo post lo dedico a lui che tramite un amico comune, si è lamentato del mio blog, sempre più lontano dalla politica, più dedito al cazzeggio totale e troppo pieno di fotografie.



E parafrasando un famoso film aggiungo quello che il buon Luigi ha detto a Cristian:
“Sasà, di’ qualcosa di sinistra! Sasà, di’ qualcosa, anche non di sinistra ma di’ qualcosa!”


martedì 16 settembre 2008

"I dolori del giovane Werther - Che me magno a pranzo?"



E non fate come una che mi suggerisce pasta panna, zucchine e pinoli...

domenica 14 settembre 2008

Ieri sera me ne sono andato con un pò d'amici al Legend pub (zona Colosseo). Prezzi onesti, ottima birra e parecchia lana. Erano con noi anche Lele e Simone i miei figliocci naturali, quelli che spaccano e che tra qualche anno prenderanno il mio posto.
La via dell'eccesso porta alla casa della saggezza...io sono quasi a metà percorso, almeno credo.


da sin: Simone, io e Lele

Stasera Franco Califano si esibiva a piazza Navona per festeggiare i suoi 70 anni. Una buona scusa per passare una grigia domenica settembrina, aperitivo da Freni&Frizioni (qualità del pasteggio: pessima), poi concerto del Califfo, un maestro della scopata e della cantata.


Io e Ciccio testa in avanti, petto in fuori: spacchiamo!


Gangsta boyz fuck lovely girlz


Un improponibile cattivo Paoletto


Post Spritz!


mercoledì 10 settembre 2008

La mia sveglia suona alle 08:00, prendo l'antibiotico e scendo dall'eremo. Vado a fare una doccia, ho bisogno di riprendermi. Il risveglio è sempre più un momento traumatico. Al mio rientro in camera è sveglio anche ciccio. Che sta uno schifo. Le ragazze in camera hanno dato spettacolo, cambiandosi e denudandosi in sua presenza senza alcun problema o pudore. Oltre allo star male, pecco anche nel tempismo. La sfiga ha deciso di stare al mio fianco fino alla fine, mi sono perso tutto...Facciamo colazione e saliamo in macchina, la nostra Opel è pronta ad assorbire i 170 km che ci dividono da Berlino. Usciamo da Dresda e appena imboccata l'autostrada accuso una forte sensazione di stordimento. Riesco a tenere gli occhi aperti a fatica e alla prima area di sosta lascio il volante ad Emiliano. Il viaggio per me non dura molto, lo passo sonnecchiando, ma sono costretto a svegliarmi una volta arrivati in città. Cartina alla mano, dobbiamo raggiungere il Meininger Hostel, sito nella medesima via, nel quartiere di Schonneberg.

Excursus 7 L'albergatrice. Arrivati in ostello, mentre effettuavamo le operazioni d'ingresso, da una porta attigua alla reception esce una ragazza. Era una delle 3 tipe ubriache che giocava a leccarsi in metropolitana la sera di sabato. La biondissima ragazza, lavorava nel nostro ostello in amministrazione.

Sistemazione carina, camera da 13 posti letto. I letti sembrano essere tutti occupati; al nostro ingresso in camera, ci sono 3 ragazze spagnole di età diverse e il ragazzo della più piccola. Usciamo per lo shopping. Entrambi dobbiamo portare i classici ricordini a casa e nel nostro ultimo giorno di permanenza camminiamo per le vie di Berlino per circa 4 ore di fila. Torneremo in ostello esausti, lasciando andare via il nostro ultimo giorno in terra tedesca in modo semplice e senza fronzoli. Al momento di andare a dormire, penso a quello che mi è successo, anzi ci è successo, perchè alla fine il mio stato di salute ha influenzato tutte le scelte di ciccio.


Classico momento di lettura prima di andare a letto

Penso a com'è strana la vita e a come una vacanza che prevedeva risvolti non raccontabili, si sia trasformata in un viaggio culturale, lontano da come l'avevamo immaginato. Forse è stato bello così, perchè poi la sera dopo, quando sei tornato a casa ed è tutto finito, a cena con gli amici giusti (ne mancava uno che è un sòla) non racconti la solita vacanza fatta di storie assurde e cazzate, racconti la tua storia, una storia semplice.

martedì 9 settembre 2008

Martedì 19 agosto mi sveglio frastornato. La gola stava meglio e davanti allo specchio le mie tornsille erano solo leggermente arrossate, il gonfiore era sparito, ma non mi reggevo in piedi. Penso alla stanchezza, ai sintomi influenzali. Lasciamo l'ostello, prendiamo un cappuccino e saliamo in macchina direzione Dresda, penultima tappa del nostro viaggio. Maciniamo 170 km. Una volta arrivati nella Firenze dell'Elba non ci è difficile trovare il centro. Ci si para davanti una zona completamente rinascimentale e curatissima. Pulita e luccicante, Dresden ci abbraccia con una serie di edifici e strade che tolgono il fiato.


Frauenkirche


Residenzschloss

Compro una mappa della città, dobiamo cercare Louisenstrasse, lì c'è il nostro ostello. In questo modo alimento anche la mia collezione di city map. L'Elba, il fiume che attraversa questa incantevole cittadina, regala al paesaggio 2 personalità. Nella zona centrale si respira arte e ricchezza, intesa sia nel senso culturale che economico. Al di là del fiume, l'atmosfera cambia e sembra di trovarsi in tutt'altro posto: centinaia di locali, pub e birrerie; freakkettoni in bicicletta, murales sui muri.


Chiesa luterana


Louisenstrasse

Di fondo c'è comunque un senso di ordine e pulizia. Questa zona della città, pur rappresentando l'alternativa giovane e avanguardista, non è trasandata o lasciata se stessa. Pur essendo un grande punto d'aggregazione, mantiene una certa compostezza. Il nostro ostello ci accoglie divinamente, ma possiamo effettuare il check in solo dopo le 14:00. Così torniamo in centro e decidiamo di andare a mangiare qualcosa. Ho una sete immonda e allo snack bar consumo 3 coca cola da 0,5 litri...ma non ho fame. La dottoressa mi aveva detto di mangiare prima di prendere l'antibiotico e così con una lentezza a me totalmente inusuale, mando giù un panino con hamburger. Ritorniamo in zona Neumarkt Platz ed entriamo a visitare la splendida chiesetta, melting pot del turismo. All'esterno è brillante, ma la vera sorpresa è dentro. Una seria infinita di decorazioni pastello mi danno la sensazione di essere entrato all'interno di una torta di compleanno.


All'interno della torta


La cupola

Non è molto grande, ma è particolare, fuori quadrata, dentro circolare. E durante l'esplorazione avvicino un anziamo signore con una gigantografia in mano: è un volontario che mi spiega, attraverso un'immagine, come fosse internamente la chiesa fino al 2003. Un relitto. Dal 2003 al 2006 è stata completamente ristrutturata, lavori che hanno anche interessato tutta la zona circostante, trasformandola in una grande isola pedonale. Edifici ristrutturati, viabilità modernizzata. Una trasformazione enorme, avvenuta in soli 3 anni e costata molto in termini economici. Sempre a detta dell'anziana guida. Non mi stupisco più di tanto, le vetrine dei negozi all'esterno sono tutte fuori dalla nostra portata monetaria: Rolex, Mont Blanc, Patek Philippe. Dresda è una citta ricca. La conferma arriva in ostello, dove per 1 notte in camera mista (ovviamente) da 10 posti, spendiamo poco meno di 30 euro. A testa. Però è bellissimo. La nostra camera è spaziosa e luminosa, i bagni, in comune, sono pulitissimi e c'è un sacco di gente simpatica. Notiamo subito che i letti a castello sono parecchio alti. E ciccio ovviamente sceglie la branda di sotto. L'arrampicata non è facile e sistemare le lenzuola è ancora più arduo, ma alla fine, una volta sistemato, il materasso risulta comodo. E ci facciamo un sonnellino. Mentre dormiamo inizia a piovere. Al risveglio, dopo una doccia calda, decidiamo comunque di uscire. Ma varcata la soglia della camera..nausea per me! Ci mancava solo questa. Emiliano mi rincuora, magari è un effetto degli antibiotici. Decido di fidarmi, le istruzioni della medicina sono solo in ceko. Come solo tedesco parlano a Dresda. Non è facile ordinare e farsi capire, ma alla fine una grigliata di carne davanti a ciccio c'è. Davanti a me solo un bicchiere di coca cola. Ho lo stomaco chiuso, solo una sete incredibile.


Il contorno di verdure e fragola della carne di ciccio

Smette di piovere e passeggiamo a lungo per le vie deserte del centro, la Dresda bene a mezzanotte è già a dormire.


Neumarkt Platz e Frauenkirche


Museo del Cinema di Dresda

Torniamo dalle nostre parti, ma in giro non c'è nessuno, sarà stata la pioggia o il fatto che fosse martedì. In camera, una piacevole sorpresa: 7 letti su 10 sono osccupati da donne. Mi innamoro di una inglese, ma sto a pezzi e a parte un sorriso da ebete, non riesco a muovere nessun altro muscolo. Così non va bene. Con uno sforzo disumano, me ne vado in arrampicata libera fino in cima al castello. Mi giro dalla parte opposta alla britannica e due ragazze spagnole conversano tra loro. In tanga e reggiseno. Il 99,99% avrei tentato l'abbordaggio. La sera del 19 agosto 2008 per me si è concretizzato quello 0,01%. Incredulo, affondo la testa nel cuscino e aspetto Morfeo.
[continua]

lunedì 8 settembre 2008

La sveglia del lunedì non ha bisogno di suonare, io e ciccio ci svegliamo senza ausili. Probabilmente la voglia di uscire dall'ostello prevale su tutto. Con un grande sforzo compiamo le operazioni routinarie della mattina e andiamo a fare colazione. Mentre siamo al tavolo della roba da mangiare, entra in sala un senza tetto. In quel momento siamo lì in 4: un punkabbestia con la ragazza, io e ciccio. Il clochard chiede permesso e si pone al centro delle vettovaglie. Prende di tutto infilando la roba nei posti più assurdi, ma lo fa senza fretta. Con estrema calma fa suoi panini, affettati, yougurt e quant'altro. Si arrabbia: nelle tasche dei suoi pantaloni non riesce a infilare più di 2 confezioni di yougurt. Preso il possibile, saluta e se ne va con discrezione. Mangiamo poco e usciamo, direzione Castello di Praga.


Quartetto jazz su ponte Carlo

La salita che porta al castello è lunga, ripida, stretta e trafficata anche dalle macchine; arriviamo in cima con il fiatone. La vista della città dall'alto toglie il fiato di giorno, la magia della notte supponiamo potrebbe renderla unica.


Il Castello di Praga (particolare)

Scatto decine di foto fino all'ora di pranzo quando decidiamo di scendere. Quasi a Ponte Carlo c'è un Mac Donald's, mangeremo lì. Mi sento leggermente meglio, ma ho poca fame. Mi sforzo di mangiare il panino e regalo le patatine a ciccio. Prendo il terzo antibiotico. Studio la mappa e scopro che non abbiamo visitato la Chiesa del Loreto: vi è custodita una corona composta da 22.000 diamanti. Convinco ciccio a vederla senza dirgli dove si trova. Fa caldo e sono quasi le 14:00. Fuori dal Mac segue un breve dialogo:
ciccio: "Dove sta sta corona?"
sasà: "vicino..."
ciccio: "dove?"
sasà: "vicino...al Castello..."
ciccio: "...ah...vabbè...vabbè andiamo."
In realtà ho detto una mezza verità. La chiesa è si vicino al Castello, circa 500 metri, ma tutti in salita. Ancora più ripida. Ripercorsi i primi tornanti, la strada da fare è in cemento e completamente dritta. Seguo la mappa, ma non trovo la chiesa: siamo andati più in alto del dovuto. Tornati in dietro, lo spettacolo che ci appare è deludente.


Dalla Chiesa del Loreto, sullo sfondo il Castello

Edificio scarno e nessun viavai. Ciccio si siede all'ombra di una siepe, io raggiungo un portone con affisso un cartello: "chiuso il lunedì". Dovevo comunicargli la notizia. Non uso tatto, sarebbe stato peggio. Così sono diretto e me la cavo con un modesto e ampiamente giustificabile vaffanculo. Torniamo a valle ripassando davanti al castello, sto per fermarmi per un'altra foto quando io e ciccio veniamo distratti da una signora italiana che parlando con una guida turistica esclama:
"Londra è bella, Parigi è vivibile, ma Praga è stupenda, neanche Roma è così bella!"

Dovete sapere che io e ciccio siamo parecchio irascibili, istintivamente e senza pudore alcuno a tale esternazione rispondiamo con:
ciccio (braccio teso di scatto con palmo all'insù): "ma li mortacci tua!"
sasà (girando all'improvviso la testa verso l'interessata): "mavattenaffanculo!"
Nessuna replica. Ci sentiamo meglio, parecchio. Completiamo la discesa e in riva al fiume troviamo il museo d'arte moderna.


L'ingresso del Museo d'Arte moderna

Restiamo un pò in giro senza meta, poi torniamo in ostello. Ci sediamo sui divanetti dell'ingresso, i nostri telefonini dovevano essere ricaricati e in camera non c'erano prese elettriche. Tra una sigaretta e l'altra passa un'ora. Doccia time prima di fuggire nuovamente dall Travellers Hostel e andare a cena. Scegliamo un posto in pieno centro, discorriamo un pò con il cameriere e dopo aver mangiato ce ne andiamo in giro.

Excursus 6 Due cordon bleu, grazie. Il ristorante scelto per cenare è in piazza dell' Orologio, abbiamo con noi poco meno di 1000 corone che con il cambio attuale (1€ = circa 25 czc) sono circa 40 euro. Scorriamo il menù con poca fortuna, in quasi tutto leggiamo la presenza di cetrioli e cipolla. Solo il cordon bleau con patate fritte sembra incontrare i nostri gusti. Ne ordiniamo 2 porzioni. Il cameriere al termine del pasto ci chiede se vogliamo il dolce, prendiamo uno strudel e un gelato. Mentre mangiavamo il dessert:
ciccio: " A Sa', ma quanto costava il cordon bleau? Perchè io ho intorno alle 600 corone..."
sasà: "No ci' tranquillo, mi pare 150 corone, anzi forse pure meno..."
ciccio: "A vabbè allora andiamo tranquilli con i soldi...certo mortacci loro il gelato costa più della roba da mangiare!"
sasà: "Pure in Italia il dolce al ristorante costa caro e pesa parecchio sul conto..."
Avete appena letto il dialogo tra 2 geni. Il conto ammonta va a 1365 corone. Chiediamo di poter pagare in euro e il cameriere ci guarda con una faccia a metà tra il disprezzo e la costernazione: chiudiamo per un cambio a 23 czc. Gli paghiamo la bellezza di 60 euro o giù di lì e alzandoci da tavola ciccio esordisce così:
"Quanto costava il cordon bleu? 150 corone? forse pure de meno? sul menù c'è scritto 375 corone...jamo lasciato 60 pippi pe magnasse er cordonblè...che quanno lo fa mi madre a casa manco me lo magno!"
Ripensando a questa cosa, rido da solo.

Durante la passeggiata inizia a bruciarmi lo stomaco e mi sento "strano". Penso sia sempre l'influenza che sto curando. La debolezza è parecchia e su Ponte Carlo prendiamo la decisione di tornare in ostello. Inizio a proclamare anatemi a destra e a manca: ormai sono convinto di essere sotto l'effetto di una maledizione lanciatami da qualche invidioso. La situazione in ostello è imbarazzante, pur essendo lunedì la camerata è quasi al completo, il disordine regna sovrano. Vado a dormire con un senso di spossatezza, ma mi accorgo che la gola sta molto meglio, mi dà solo un leggero fastidio.
[continua]

venerdì 5 settembre 2008

Alle 08:30 di una soleggiata domenica mattina suona la sveglia. Marco deve essere in aeroporto per le 11:30, quindi calcolando i nostri tempi, abbastanza lunghi, abbiamo preferito svegliarci di buona lena. Le aspirine prese il giorno prima, sembrano abbiamo fatto un lieve effetto, il problema rimane la gola, infiammata e con due tonsille enormi a cui si aggiunge la presenza di pus...

Excursus 4 Mai in vacanza senza medicine. Ai primi sintomi dell'influenza, il balduino mi ha dato un'aspirina. Ma ancora più clamoroso è stata la presenza nel suo borsello da viaggio del Tantum verde spray. "Il mio medico di Nessuno Tv, dice che dopo questo c'è l'antibiotico. Ringrazio Marco per avermi regalato lo spray e per i consigli sull'utilizzo.
Sasà: "Marco, quante volte lo spruzzo?"
Marco: "Boh, tipo 4 - 5 volte al giorno vai tranquillo."
S. (leggendo le istruzioni): "Ma qui c'è scritto di non superare le 3 vaporizzazioni..
"
M.: "Ma che vai tranquillo, 4 - 5 pure 6 volte al giorno, se vuoi guarire."
Non mi ha convinto neanche per un attimo, ma ho vaporizzato quell'affare in gola per 3 giorni consecutivi senza mai scendere sotto le 5 applicazioni quotidiane. Non ha sortito grandi effetti, ma il sapore era piacevole...

Arriviamo al Tegel e mentre l'innocente si mette in fila per il check in, io e ciccio andiamo alla ricerca dell' Autodiscount, società di noleggio auto che dovrebe consegnarci una Opel Corsa (o veicolo similare). EuropCar, Maggiore, Hertz, Sixti, tutte, ma non l a nostra. Calcolando che il noleggio era già stato pagato, abbiamo iniziato a battere l'aeroporto palmo a palmo. Niente. Rileggiamo bene la copia del contratto che prima di partire avevo stampato e in una nota microscopica troviamo la soluzione dell'arcano: Autodiscount è una società EuropCar! Ci sentiamo tranquilli e ritorniamo da Marco. Quattro chiacchiere per sdrammatizzare il momento del decollo (il balduino, come me, lo soffre in maniera incredibile) e intorno alle 12:30 salutiamo il nostro compagno di viaggio. Le nostre strade si separano. Per me e ciccio la vacanza continua con destinazione Praga, l'innocente torna a casa costretto dagli obblighi lavorativi del giorno dopo. Andiamo alla EuropCar e consegno all'impiegato il foglio di prenotazione. Commenta l'offerta giudicandola molto vantaggiosa e dopo aver completato le operazioni di noleggio, mi fa:
- "Utilizzerete l'auto per muovervi in Germania o pensate di spostarvi nei paesi limitrofi?"
- "Perchè?"
- Le vostre condizioni di noleggio prevedono un aumento del costo se uscite fuori dai confini tedeschi."
- "Ah!...Nooo, restiamo in Germania, vorremmo andare a Praga, ma niente di sicuro, poi è pure lontana....quindi..."
- "Ok, ok, ho capito, non ci sono problemi, grazie per aver scelto EuropCar."
Salutiamo e andiamo a prendere la macchina. Avevamo noleggiato una Corsa modello base: 3 porte, 4 ruote e lo sterzo, ma per mancanza di disponibilità si passa allo step successivo. Ci troviamo sempre con una Corsa, ma full optional, talmente full optional da avere il sensore pioggia ai tergicristalli! Alla faccia delle cazzate sparate all'impiegato del rent, io e ciccio siamo in macchina alla volta di Praga. E inizio a stare sempre peggio. 370 km di silenzio, intervallati da una breve chiacchierata all'autogrill. Fino a Praga è quasi tutta autostrada, tranne per circa 50 km di strada normale. Per normale intendo una banale stradina a doppio senso di città. Dove ovviamente passano macchine, camion e carretti... Arriviamo a Praga e cerchiamo il nostro ostello, sito su un'isoletta del Vltava, la Strelecky ostrov, in piena Praga 1. Non facilmente, anzi parecchio a culo, troviamo st'isola maledetta. Io ho smesso di parlare, tranne per che per qualche istante con una tipa a cui ho chiesto informazioni. Parcheggiamo. La location è carina e in più ci aspetta una camerata mista da 47 posti letto in cui passare 2 notti. Ci consegnano le chiavi e ce ne andiamo in camera, al primo piano. Descriverla come fatiscente è farle un complimento. Piccoli letti a castello in uno stanzone impolverato e scarsamente illuminato, circondati da armadietti di latta grigia. Pavimento di plastica rattoppato con il nastro isolante.


L'inizio del dramma


Il pavimento rattoppato


La disperazione di ciccio: anche gli eroi hanno dei limiti

Ci sono stati assegnati il letto 8 e il 9. Attaccate ad un finestrone e incollate ad un termosifone che ospitava ragnatele e strani insetti, le nostre brande già dall'aspetto non sembrano accoglienti. Materasso alto 2 cm poggiato su un supporto composto sbarre metalliche. Praticamente dormivamo sul ferro battuto. Le nostre valige ovviamente non entrano negli armadietti e siamo costretti a metterle sotto il letto. Ho bisogno di una farmacia per comprare qualcosa di più efficace, inizio ad aver difficoltà ad ingoiare. Ce ne andiamo in centro, nella piazza della Città Vecchia, conosciuta dai più come piazza dell'Orologio. C'è un punto d'informazioni turistiche, la ragazza che ci lavorava, mi da l'indirizzo del pronto soccorso. Non ci mettiamo molto ad arrivare e dopo aver atteso il mio turno, una simpatica e gentile dottoressa (anziana, non fatevi strane idee) mi dice che senza antibiotici non vado da nessuna parte se voglio guarire. Mi da anche un collutorio per l'infiammazione superficiale: scoprirò essere al primo assaggio iodio puro...Spendo le mie prime 350 corone in medicine.

Exursus 5 Da dove vieni. Terminata la visita, la dottoressa mi dice che devo pagare 950 corone, più le medicine. Le dico che mi sembra un pò caro e lei mi risponde che
- "voi extracomunitari senza europe card pagate il prezzo pieno"

- "Dottoressa io sono italiano..."
- "Ah! non sei di Dubai?...Posso vedere un documento?"
Alla fine ho speso 350 corone in totale, conservo con piacere la ricevuta degli antibiotici ceki: credo che il passo successivo sia l'eroina.

Iniziamo a girare la città, Praga è veramente bella. Torniamo in ostello intorno alle 20:00 per una doccia. I bagni sono vergognosi, ma nonostante questo, un ragazzo camminava tranquillamente scalzo. Io e ciccio non avevamo e continuiamo a non avere parole per descrivere il degrado in cui abbiamo passato, fortunatamente, poche delle nostre ore.


Antibiotici: alcool vietato...


...meglio un buon thè freddo!

Dopo cena iniziamo a girare Praga seriamente, ci sono molte cose da vedere al di qua del Vltava, Ponte Carlo, il'Orologio,


All'ora esatta, i presenti battono le mani...

il Municipio, la chiesa di San Giacomo, il Teatro Nazionale.

Excursus 6 Dai tombini. Mezzanotte una volta era l'ora delle streghe. A Praga è l'ora d'uscita di strani personaggi che in pieno centro e ogni 20 metri ti fermano per proporti fumo, erba, coca, quello che vuoi insomma. ma è anche l'ora in cui la città mette su il suo vestito trasgressivo. Quelli che fino a poco tempo prima erano ristoranti, diventano cabaret. Loro li chiamano così, in realtà sono locali di streap tease. Camminando in un paio di circostanze ci hanno rivolto la parola in italiano: "Italiani, dai vieni qui! tante pu****e!"

Ma Praga 1 è talmente piccola che intorno alle mezzanotte avevamo visto tutto, mancavo solo il Josefov, il quartiere ebraico patrimonio dell'UNESCO.


La città magica

Tutti i monumenti erano caratterizzati da una sottile linea rossa: pieni di polvere e ragnatele, alcune delle quali grandi e fitte. Imbarazzante. Ero stanco morto e con ciccio, un eroe, torniamo in ostello. Decido di non cambiarmi, le lenzuola fanno schifo. Mi addormento subito, nonostante il contesto. Vengo svegliato, credo intorno alle 03:30, dal rientro di 4 cessi spagnoli un pò alticce e pronte a disturbare il mio riposo. La speranza di zoccolone in trasferta che girassero nude in camera, muore sul nascere.

[continua]

giovedì 4 settembre 2008


Ciccio mi sveglia alle 08:00, non me lo caco di pezza e mi rimetto a dormire. Alle 09:30 di sabato ci alziamo, dobbiamo andare a Potsdam, paesino a sud-ovest di Berlino, distante circa 40 minuti (con il trenino metropolitano). Sono in condizioni pietose, mi dirigo verso il bagno. Mi fermo davanti allo specchio, ho una specie di braciere in gola. L'immagine che mi appare è drammatica: le mie tonsille sono diventate grandi come 2 noci. Cazzo...non demordo e dopo una doccia calda metto su una felpa e ne porto un'altra di riserva nel mio zainetto. Mi calo un'aspirina. Potsdam è molto bella, peccato fosse nella sua quasi totalità in ristrutturazione, quindi a parte cantieri e ponteggi attorno a chiese e palazzi, vediamo veramente poco. Indosso l'altra felpa, sto morendo di freddo. Ciccio è a mezze maniche...


Potsdam: quartiere olandese


Echi d'infinito al Sanssouci

Ci fermiamo a mangiare nel quartiere olandese, dove una sanpellegrino da 0,75 l costa solo 4,50€. Scegliamo una più economica coca-cola e dopo aver pranzato con un panino a base di insalata di pollo "without cocumbers, please!", ce ne andiamo a visitare l'Alexandrowka, zona in cui anni addietro si stabilì una colonia russa. Mi calo un'altra aspirina. Sembra di stare nella steppa siberiana. Casette con tetti alti e fortemente inclinati, decorazioni marcate, ragnatela di vialetti sterrati tra una cascina e l'altra. Ma il meglio di Potsdam è racchiuso all'interno del parco Sanssouci: la casa del Dragone, il Castello e tanto altro ancora. Dalla nostra posizione occorre prendere un autobus, e ovviamente decidiamo di sfruttare la nostra BWC. L'impatto con il parco è molto bello, ma notiamo diversi ragazzi vestiti allo stesso modo e parecchie transenne. All'ingresso la sorpresa: il comune di Potsdam ha organizzato una 3 giorni di eventi notturni e ha precluso l'accesso al parco durante il giorno, per visitarlo bisogna aspettare le 21:00. Ovviamente non abbiamo voglia di trascorrere il resto della giornata in attesa dell'apertura e decidiamo di tornare a Berlino. Il treno ci lascia ad Alexanderplatz. Questa volta sono io a chiedere di andare al "Tiez": ho deciso, compro un giubbino da indossare per coprirmi maggiormente. Come detto, l'abbigliamento a Berlino non costa poco e solo dopo una scrupolosa ricerca all'interno del centro commerciale, con ciccio troviamo una zona in cui ci appaiono capi d'abbigliamento firmati da stilisti sconosciuti o prodotti da marche mai sentite. Trovo quello che fa al caso mio, spendendo "solo" 70 €. Con Marco ci eravamo separati all'ingresso, lui era impegnato nel reparto musicale. Cercava qualcosa di non meglio specificato, perchè "la musica in Germania costa meno". So che alla fine ha fatto un grande acquisto, ma in questo momento non ricordo chi fosse l'artista o la band. Torniamo al nostro Amadeus, nessun programma per la serata, solo la confessione di Marco: "Sasà, stamattina ero sicuro che tu rimanessi in ostello, t'ho visto veramente male". Una parola di conforto è sempre benvenuta...Comunque, in tutto questo ambaradam visivo, ancora non vi ho descritto il muro di Berlino: non ci eravamo ancora andati! Volevamo coniugare più cose per l'ultima sera: uscire un pò più tardi, vedere il muro, mangiare qualcosa e vivere il sabato sera berlinese. Incontriamo alcuni ragazzi toscani a cui chiediamo informazioni, ci dicono di andare nella zona del parco Treptwer: pieno di locali rasta-giamaicani e kilometri di muro da vedere. Prendiamo la metro e ci dirigiamo verso il parco. Durante il tragitto, ciccio espone il suo pensiero: "Ragazzi, tutto, ma i locali rasta-giamaicani no!" il balduino condivide e appoggia la mozione. Sicchè propongo comunque di andare al Traptower per vedere il muro e poi riprendere la metro in direzione Unter den Linden che a detta di alcuni ragazzi di Padova, incontrati anche loro in ostello, è piena di locali. La metro ci porta in un attimo alla fermata di Ostbahnhof: avevamo sbagliato, ce ne saremmo accorti solo dopo, ma non è stato un problema. City map alla mano e io e il balduino cerchiamo di capire dove potesse trovarsi il muro. Dopo 10 minuti di silenzio, ciccio ci interroga:

- "Ragà, ma che state facendo?"
- "Cerchiamo un punto di riferimento sulla mappa per arrivare al muro"
- "Il muro?!? Ma se sta dall'altra parte della strada!"

In un attimo la cartina sparisce e dopo esser passati davanti ad una discoteca gigantesca con una fila kilometrica, stiamo toccando la storia.


Maschero bene la febbre?

Ruvida e colorata. Scattiamo qualche foto, poi torniamo alla metro, direzione UdL. Il vialone, che nella sua apiezza massima sfiora i 100 metri, è deserto. Ci incamminiamo verso est. E' mezzanotte, i locali sono chiusi. sedie sui tavoli, camerieri che mangiano, luci spente. Iniziamo a maledire i padovani. Nel nostro cammino notturno, incontriamo un poliziotto: avrà avuto 106 anni. Ci dice che andando avanti e girando alla seconda a destra, avremmo trovato un sacco di locali. Rinasce la speranza. Passa la prima a destra, arriva la seconda ed è completamente deserta. Il commento più tenero è stato: vecchio de merda. Facciamo un giro con lo sguardo, scorgo una U bianca su sfondo azzurro, c'è una stazione metro. Ci dirigiamo in quella direzione, è la fermata metroferroviaria di Hackescher Markt: al suo interno troviamo un Burger King. Il sabato sera berlinese non sta andando alla grande. E' quasi l'una, ci fanno cenno che è quasi l'ora di chiudere. Mangiamo alla svelta e prendiamo la metro per la nostra piazza di riferimento. Avremmo poi scoperto che era una sola fermata e che volendo poteva essere una passeggiata, ma ciccio si era innervosito e non prendendo la metro non avremmo visto una scena assurda: 3 ragazze (molto carine) completamente ubriache giocavano a leccarsi. Lo spettacolo dura poco, cambiamo linea metro e intorno alle 01:30 circa siamo in ostello. Ciccio è nervoso, parecchio nervoso per le scarse opportunità offerte dalla Berlino by night, io sto uno schifo e per una volta nella mia vita, il sabato sera è un fottuto giorno come un altro. Mi calo un'altra aspirina e mi metto rapidamente a dormire. Era l'ultima notte a Berlino per l'innocente, il giorno dopo sarebbe tornato a Roma e noi partiti in direzione Praga.
[continua]

mercoledì 3 settembre 2008

Mi sveglio con la testa pesante e mezzo rincoglionito, l'aspirina della sera prima non ha sortito grandi effetti. Il cielo è plumbeo, segnali di pioggia imminente. Si parte in direzione Olimpiastadion, non prima di aver fatto colazione in Alexanderplatz e aver bevuto una spremuta d'arancia purissima di circa mezzo litro per la quale è occorsa l'intera mattinata affinchè fosse completamente digerita. Lo stadio di berlino era una tappa obbligata, due anni prima venimmo consacrati Campioni del Mondo e da bravi italiani-medi-calciofili non potevamo non visitare una stadio costruito secondo le più balsilari linee guida dell'architettura nazista. Il cielo grigio aumentava la sensazione di oppressione, sottolineata dalla scelta infelice dei colori della struttura. Una volta entrati, il colpo d'occhio non è dei più belli, esattamente nella curva opposta a quella del nostro ingresso c'è il braciere olimpico, piccolo, mentre sul campo mancano linee di demarcazione, panchine e porte. Il campionato del Herta Berlino iniziava in trasferta e credo per questo motivo i lavori di risistemazione abbiano subito una lieve frenata. Piove e le mie energie iniziano ad andar scemando. Decidiamo di pranzare allo stadio sperando in un rallentamento delle precipitazioni. Quantomeno per raggiungere la metro, distante circa 800 metri.


Olimpiastadiom


Linee guida di un'architettura del passato



Tutto bello, ma le porte, le pachine e le righe del campo?



Pietralata e Balduina: chi è più coatto?


Io e Ciccio: una spanna su tutti!


Accesso al campo: cartello scritto SOLO in italiano...

Excursus 3 Le telefonate. Avevo detto a parecchie persone del mio viaggio in terra teutonica, ma non mi aspettavo di ricevere a due giorni dalla partenza, 3 telefonate importanti.
11 Agosto - ore 09:45 mi chiama Massimo Moratti. "Buongiorno Sasà (siamo in confidenza ndr). Senti tra un pò ti chiamano Giancarlo e Silvio per chiederti un favore, è una cosa importante, ne va dell'immagine dell'intero Paese." Provo a chiedere informazioni, ma niente, Massimo mi saluta e riattacca.


ore 10:13 - Squilla il mio telefonino. Numero privato.
"Pronto!"
"Gentile dottor Sasà, sono SilvioBerlusconi!"
"Pppprrrrrr!"
"Ma come! La chiamo per una questione di rilevanza nazionale. Mi faccia spiegare prima di trarre conclusioni azzardate...Da quando siamo diventati Campioni del Mondo, non abbiamo fotografie che testimonino la nostra presenza a Berlino. La sinistra e i magistrati asseriscono che in realtà non abbiamo mai vinto niente e che le partite le abbiamo giocate contro alcune controfigure in stadi italiani. Le chiedo un immenso favore: si faccia una foto con la Coppa del Mondo davanti allo stadio che ci manca nell'album commemorativo. Le chiedo un favore personale!"
"Ecco presidè, visto che è un favore personale, ci mandi Schifani a farsi la fotografia, io non la faccio". Segue breve , ma inutile tentativo di mediare da parte della Carfagna, ma niente, resto irremovibile.

ore 10:52 - Risquilla il telefonino. Ancora numero privato.
"Sarvatò (anche con lui sono in confidenza, noi gente di pallone ci conosciamo tutti ndr), sono Giancarlo (Abete ndr), Massimo ti ha accennato qualcosa? Dovrebbe averti chiamato anche Silvio..."
"Si Giancà, m'hanno chiamato entrambi, ma ho già detto di no, non la faccio la foto."
"Dai non fare il ragazzino, a fine agosto ci consegnano pure i badges di Campioni del Mondo, che figura ci facciamo? E' solo una foto, ma ci serve un rappresentate di rilievo, avevamo pensato pure a coso...come si chiama...quello che fa caciottopoli..."
"Calciopopoli..."
"Eh si quello, ma hai visto che faccia? Dai non farti pregare, ne va dell'immagine della Nazione, eppoi mica vorrai fare figuracce nella terra del Papa?..."
"Vabbè Giancà, vabbè, famo sta foto basta che non mi chiama più nessuno, ci vediamo venerdì allo stadio di Berlino intorno a mezzogiorno."


Campione d'Italia, Campione del Mondo

Dopo aver assistito a strani miscugli culinari da parte di altri visitatori e aver acquistato alcuni souvenir del Herta, riprendiamo la metro, destinazione Check Point Charlie. Sto uno schifo, cerchiamo e troviamo una farmacia. Il tipo, un simpatico tedesco frequente visitatore dell'Italia e di Roma, mi consiglia l'aspirina da prendere 3 volte al giorno. Poi ci chiede perchè ogni volta che torna a Roma, non vede avanzamenti nei lavori delle nuove linee metropolitane. Sviamo con eleganza il discorso sul pallone e sulla quantità di cose da vedere nella Capitale. Butto giù la prima aspirina e andiamo al check point.


From american sector

A nessuno di noi fa effetto, scattiamo qualche foto di rito, ma sostanzialmente restiamo indifferenti. Torniamo all'Amadeus Hostel. Riposo fino alle 21:00 circa, ho freddo, ma raccolgo le energie e andiamo a cena in un locale molto carino a Weinmeistrasse. Mangio un panino a fatica (io inappetente!) bevendo una birra. Restiamo a conversare e ordiniamo un'altra bionda. Non arrivo alla metà, sto male. Dispiaciuto chiedo ai miei compagni di viaggio di tornare in ostello, anche in questo caso, un traveller con un problema non è mai solo, grazie ragazzi!
Prendo un'altra aspirina. Mi metto a dormire con 2 maglie e una tuta d'emergenza, coperto da un piumone. Il balduino dice che devo fare una bella sudata per sfebbrare, Ciccio mi mette un altro piumone addosso. Iniziamo a conversare, provo a resistere, ma mi addormeto. Al rientro in Italia Ciccio mi prenderà per il culo: "Non puoi metterti a dormire mentre stai diceno una cosa!" Il mio viaggio è in caduta libera.
[continua]

martedì 2 settembre 2008

La mattina del 14 Agosto, la sveglia non suona, io e Ciccio ci svegliamo da soli, intorno alle 08:00, sarà stato il cambiamento d'aria. Rapida doccia, colazione e via in farmacia mentre Marco ancora se la dorme beatamente. Spiego l'accaduto ad un simpatico farmacista tedesco, che a metà spiegazione esaurisce la scorta di termini inglesi e mi erudisce su come utilizzare la pomata appena acquistata in tedesco. Io e Ciccio non riuscivamo a capire perchè mimasse il gesto di spalmare la crema con un pacchetto di fazzoletti, inserito nella bustina dell'Apotheke. Sarebbe stato tutto chiaro al rientro in ostello. L'innocente si sveglia con comodo, asserisce di stare molto meglio, io ed Emiliano sospettiamo per il fatto che la caviglia fosse stata completamente ibernata, così, dopo le operazioni di routine mattutine, è il momento di mettere la pomata e fasciare il piede con una benda vera e propria. La viscosità della crema tedesca è tale che Marco riesce a spalmarla a fatica, mentre io e Ciccio tra un sorriso e l'altro finalmente capiamo perchè bisognava utilizzare i fazzolettini per spalmarla...Comunque, siamo pronti per uscire, direzione Berlino Ovest, precisamente Potsdamer Platz.

Excursus 1 Marco l'innocente. Al suo risveglio, con comodo, come detto, Marco dice di stare molto meglio con la gamba. "Se solo fossi riuscito a dormire, starei ancora meglio! Sasà tu e Ciccio russate in maniera incredibile, non ho chiuso occhio!" A tale esternazione io ed Emiliano reagiamo così:
Ciccio: "A parte che stanotte un paio di volte mi sono svegliato e dormivi beatamente, quindi non dire che non hai dormito!"
Io: " Non fare l'innocente, stamattina al nostro risveglio russavi che era 'na bellezza! Certo, la potenza di fuoco era scarsa, ma comunque rumorosa!"
Ciccio ha memorizzato il numero di Marco sotto la voce "Innocente", io dopo Espò e balduino, lo chiamo anche l'innocente.


L'affascinante Potsdamer Platz, la piazza preferita di Ciccio

Alla piazza arriviamo in 20 minuti di metro, la ragnatela dell'undergrund berlinese è fitta e precisa. Marco, una volta ammiratala e provando senza riuscirci ad indirizzarci verso una strada deserta, inizia a spingere per andare al Sony Center, struttura ultramoderna, elogio al design e al nuovo concetto di edificio/ufficio. Cediamo alle pressioni del balduino e andiamo ad ammirare quello che poi si rivelerà un concentrato di linee e vetri, con uno strano fascino, ammaliatore.


Io al Sony Center

Io e Ciccio bramiamo per visitare la città (mentre qualcuno continua a suggerire Centri Commerciali), così usciti dalla metro a Unter den Linder ci troviamo davanti alla Porta di Brandeburgo: d'impatto, ma me l'immaginavo più grande.


Ciccio ed io ci apprestiamo ad attraversare la Porta da dove ci compete

Seguiamo il consiglio del mio amico Alessio e la attraversiamo sotto la volta centrale, quella destinata a re ed imperatori e siamo a pochi passi dal Bundestag, il Parlamento, edificio molto bello a due passi dallo Sprea, il fiume che attraversa Berlino.


Davanti al Parlamento, Ciccio riflette...

Sulla riva opposta alla nostra, ammiriamo una strutura ultramoderna dal nome improponibile nella quale veniva ospitata una mostra d'arte moderna. L'arte moderna a Berlino va forte, indicazioni e manifesti sparsi in un pò tutta la città, richiamano residenti e visitatori ad ammirare i nuovi concetti e le nuove frontiere dell'arte. Decidiamo di andare a piedi fino al Dom, dista solo 1,5 km e Unter den Linden sulla mia city map appare ricca di cose da vedere. Fa caldo, ma all'ombra fa freddo, poi tira vento, poi il vento non c'è più. Condizioni climatiche particolari...Una bella camminata, Ciccio abbraccia il simbolo della citta,


Gli innamorati

leggiamo la costituzione tedesca,


La Costituzione incisa sul cristallo


passiamo dall'Ovest all'Est,


Un ricordo indelebile

restiamo incantati dal Duomo


L'ingresso costa 5€, è bello pure da fuori...

e tanto altro, inserito in una spazialità particolare: il primo impatto è quello della rigidità delle linee, ma allargando lo sguardo, le linee rigide vengono intersecate da alcune curve, siano esse cupole o anse del fiume. Continuiamo a camminare fino ad Alexanderplatz. Ci arriviamo esausti, ma l'uomo dei centri commerciali, ci convince a visitare quello megagalattico che è proprio sulla piazza. Il "Tiez" ha vinto la concorrenza con "Saturn"(sempre proposto dal balduino). Il vestiario a Berlino costa, e pure parecchio. Visitati gli 8 (?) piani, prendiamo la metro per tornare in ostello.


Excursus 2 Da giovedì a Sabato, tutti i nostri spostamenti in metro li abbiamo fatti dopo aver acquistato al prezzo di 24,60€ la Berlin Welcome Card, un'abbonamento che dura 3 giorni e che ti permette di utilizzare liberamente i mezzi pubblici, bus - metro - tram, nelle 3 zone di Berlino, ABC. 3 € in meno per girare solo in zona AB, quindi escludendo (sconsigliato) la cittadina di Potsdam. Insieme alla BWC, vi viene regalata la guida della città. Completamente in tedesco.

Marco sta bene, ma mentre per il pranzo ha una mentalità mitteleuropea, a cena si dimostra tradizionalista ed ultraconservatore: "Io devo mette le gambe sotto un tavolo" dichiara spavaldo e fiero. Alcuni ragazzi di Padova, ci consigliano di andare in Weinbergsweg Strasse, fermata metro Rosenthaler Platz, a due passi dall'ostello. Lì, ci dicono, ci sono un sacco di pub/ristoranti per mangiare e volendo, passare la serata. Seguiamo il consiglio. Ci accomodiamo al "Gorki Park", alla fine mangiamo un panino al pollo, bevendo la birra "Moskwa". E' circa mezzanotte, e decidiamo di fare una passeggiata fino ad Alexanderplatz, alla ricerca di qualche locale dove passare dell'altro tempo.


Il conduttore di Calciopopoli di fianco ad un graffio pisano

Passeggiare la notte per Berlino Est è affascinante, l'urbanistica particolare ridipinta dopo la caduta del Muro, è rinata sotto il nome di "Berlinerstrasse": appellativo che ricalca perfettamente lo stile architettonico/visivo della città. Ma camminando iniziamo ad accorgerci che qualcosa non va: notiamo molti locali e localini che hanno già le sedie sui tavoli, oppure in un pub molto bello, attraverso i vetri vediamo una band che sta smontando gli strumenti. Convinti di trovare quantomeno "vita di piazza" in Alexanderplatz, continuiamo ad andare. Al nostro arrivo, ci accoglie la fontana spenta. Zero gente, zero pukabbestia, zero street dancers sotto il portico del centro commerciale. C'è un bar aperto e poca gente seduta ai tavolini, scelta obbigata. Si avvicina la cameriera, stanno chiudendo, non prendono ordinazioni, neanche 3 birre in bottiglia. Ci alziamo, restiamo a conversare un pò lì davanti e il balduino commenta così: "Alcuni ragazzi in ostello mi avevano detto che la città in mezzo alla settimana è un pò morta." Magari lo fosse solo un pò...sconfortati torniamo in ostello, ci arrivamo che è da poco passata l'una. Decidiamo il da farsi per l'indomani: Olimpiastadion, Check point Charlie, varie ed eventuali. Mi sento parecchio stanco e ho mal di testa, il balduino ha con sè le aspirine. Ne prendo mezza, poco dopo mi addormento.

[continua]