lunedì 8 settembre 2008

La sveglia del lunedì non ha bisogno di suonare, io e ciccio ci svegliamo senza ausili. Probabilmente la voglia di uscire dall'ostello prevale su tutto. Con un grande sforzo compiamo le operazioni routinarie della mattina e andiamo a fare colazione. Mentre siamo al tavolo della roba da mangiare, entra in sala un senza tetto. In quel momento siamo lì in 4: un punkabbestia con la ragazza, io e ciccio. Il clochard chiede permesso e si pone al centro delle vettovaglie. Prende di tutto infilando la roba nei posti più assurdi, ma lo fa senza fretta. Con estrema calma fa suoi panini, affettati, yougurt e quant'altro. Si arrabbia: nelle tasche dei suoi pantaloni non riesce a infilare più di 2 confezioni di yougurt. Preso il possibile, saluta e se ne va con discrezione. Mangiamo poco e usciamo, direzione Castello di Praga.


Quartetto jazz su ponte Carlo

La salita che porta al castello è lunga, ripida, stretta e trafficata anche dalle macchine; arriviamo in cima con il fiatone. La vista della città dall'alto toglie il fiato di giorno, la magia della notte supponiamo potrebbe renderla unica.


Il Castello di Praga (particolare)

Scatto decine di foto fino all'ora di pranzo quando decidiamo di scendere. Quasi a Ponte Carlo c'è un Mac Donald's, mangeremo lì. Mi sento leggermente meglio, ma ho poca fame. Mi sforzo di mangiare il panino e regalo le patatine a ciccio. Prendo il terzo antibiotico. Studio la mappa e scopro che non abbiamo visitato la Chiesa del Loreto: vi è custodita una corona composta da 22.000 diamanti. Convinco ciccio a vederla senza dirgli dove si trova. Fa caldo e sono quasi le 14:00. Fuori dal Mac segue un breve dialogo:
ciccio: "Dove sta sta corona?"
sasà: "vicino..."
ciccio: "dove?"
sasà: "vicino...al Castello..."
ciccio: "...ah...vabbè...vabbè andiamo."
In realtà ho detto una mezza verità. La chiesa è si vicino al Castello, circa 500 metri, ma tutti in salita. Ancora più ripida. Ripercorsi i primi tornanti, la strada da fare è in cemento e completamente dritta. Seguo la mappa, ma non trovo la chiesa: siamo andati più in alto del dovuto. Tornati in dietro, lo spettacolo che ci appare è deludente.


Dalla Chiesa del Loreto, sullo sfondo il Castello

Edificio scarno e nessun viavai. Ciccio si siede all'ombra di una siepe, io raggiungo un portone con affisso un cartello: "chiuso il lunedì". Dovevo comunicargli la notizia. Non uso tatto, sarebbe stato peggio. Così sono diretto e me la cavo con un modesto e ampiamente giustificabile vaffanculo. Torniamo a valle ripassando davanti al castello, sto per fermarmi per un'altra foto quando io e ciccio veniamo distratti da una signora italiana che parlando con una guida turistica esclama:
"Londra è bella, Parigi è vivibile, ma Praga è stupenda, neanche Roma è così bella!"

Dovete sapere che io e ciccio siamo parecchio irascibili, istintivamente e senza pudore alcuno a tale esternazione rispondiamo con:
ciccio (braccio teso di scatto con palmo all'insù): "ma li mortacci tua!"
sasà (girando all'improvviso la testa verso l'interessata): "mavattenaffanculo!"
Nessuna replica. Ci sentiamo meglio, parecchio. Completiamo la discesa e in riva al fiume troviamo il museo d'arte moderna.


L'ingresso del Museo d'Arte moderna

Restiamo un pò in giro senza meta, poi torniamo in ostello. Ci sediamo sui divanetti dell'ingresso, i nostri telefonini dovevano essere ricaricati e in camera non c'erano prese elettriche. Tra una sigaretta e l'altra passa un'ora. Doccia time prima di fuggire nuovamente dall Travellers Hostel e andare a cena. Scegliamo un posto in pieno centro, discorriamo un pò con il cameriere e dopo aver mangiato ce ne andiamo in giro.

Excursus 6 Due cordon bleu, grazie. Il ristorante scelto per cenare è in piazza dell' Orologio, abbiamo con noi poco meno di 1000 corone che con il cambio attuale (1€ = circa 25 czc) sono circa 40 euro. Scorriamo il menù con poca fortuna, in quasi tutto leggiamo la presenza di cetrioli e cipolla. Solo il cordon bleau con patate fritte sembra incontrare i nostri gusti. Ne ordiniamo 2 porzioni. Il cameriere al termine del pasto ci chiede se vogliamo il dolce, prendiamo uno strudel e un gelato. Mentre mangiavamo il dessert:
ciccio: " A Sa', ma quanto costava il cordon bleau? Perchè io ho intorno alle 600 corone..."
sasà: "No ci' tranquillo, mi pare 150 corone, anzi forse pure meno..."
ciccio: "A vabbè allora andiamo tranquilli con i soldi...certo mortacci loro il gelato costa più della roba da mangiare!"
sasà: "Pure in Italia il dolce al ristorante costa caro e pesa parecchio sul conto..."
Avete appena letto il dialogo tra 2 geni. Il conto ammonta va a 1365 corone. Chiediamo di poter pagare in euro e il cameriere ci guarda con una faccia a metà tra il disprezzo e la costernazione: chiudiamo per un cambio a 23 czc. Gli paghiamo la bellezza di 60 euro o giù di lì e alzandoci da tavola ciccio esordisce così:
"Quanto costava il cordon bleu? 150 corone? forse pure de meno? sul menù c'è scritto 375 corone...jamo lasciato 60 pippi pe magnasse er cordonblè...che quanno lo fa mi madre a casa manco me lo magno!"
Ripensando a questa cosa, rido da solo.

Durante la passeggiata inizia a bruciarmi lo stomaco e mi sento "strano". Penso sia sempre l'influenza che sto curando. La debolezza è parecchia e su Ponte Carlo prendiamo la decisione di tornare in ostello. Inizio a proclamare anatemi a destra e a manca: ormai sono convinto di essere sotto l'effetto di una maledizione lanciatami da qualche invidioso. La situazione in ostello è imbarazzante, pur essendo lunedì la camerata è quasi al completo, il disordine regna sovrano. Vado a dormire con un senso di spossatezza, ma mi accorgo che la gola sta molto meglio, mi dà solo un leggero fastidio.
[continua]

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