domenica 13 gennaio 2008

Ricevo e pubblico molto volentieri uno scritto e una foto di Giovanni Perrotta (primo da destra nell'immagine), 24 anni, studente di economia con la passione per la letteratura.



Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,

e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.

Forse scrivere dell’amicizia, non è la cosa più facile che esista, forse perché non si sa cos’è, o forse perché lo si sa fin troppo bene. Quasi mille anni fa, Dante, ne scriveva, come un magnifico incantesimo, da cui si viene rapiti, vedersi rapiti da un incantesimo e messi su un vascello per il mare aperto, trasportati dal vento che soffia, al comando del nostro volere. Si parte tutti insieme, da piccoli, in questo enorme vascello, molti, si perdono lungo il viaggio, molti vengono sorpresi in coperta dai tentacoli mostruosi dell’invidia, altri vengono sbranati dagli aguzzi denti della gelosia. Altri non resistono alla tentazione, di rimanere a terra, nel porto in cui si ormeggia, per l’irrefrenabile voglia di poter sparlare di tutto quello che si è visto lungo il viaggio! Come avrete ben capito, alla fine del viaggio si arriva in ben pochi, quei pochi che hanno saputo mettere da parte ogni altro sentimento, ogni sentimento che avrebbe potuto mettere fine a quel bellissimo viaggio. Viaggio fatto di sofferenze, paure, problemi, tutti ostacoli superati insieme, con la consapevolezza di poter poi, gioire insieme e guardarsi indietro e dire finalmente noi ci siamo riusciti. Forse Dante questa poesia l’aveva pensata un po’ diversa, un po’ meno epocale, ma penso che il significato essenziale, è quello che ognuno sa costruire in base alla propria fantasia, e trarne significato dalla propria esperienza personale, senza vederla mai quest’ amicizia perché l’amicizia “non si vede bene” poiché “l’essenziale è invisibile agli occhi”.

Ieri sera cinema. Io figlio delgi anni '80 ero chiamato ad andare a vedere l'ultimo film di Banfi "L'allenatore nel pallone 2". Verso la prima pellicola nutro una venerazione mistico-religiosa, la seconda parte aumenta la stima nei confronti dell'attore pugliese. Non andate al cinema con la speranza di trovare una densità di battute come nel film del 1984, siate spensierati e potrete godere di un buon film che regala chicche e si pone con rispetto nei confronti dello spettatore. Si perchè io e personaggi della versione cult li volevo rivedere tutti, (mancano solo Sella&Cavallo e la vecchia megera - i gemelli storici sono ahimè passati a miglior vita) e così è stato. Certo, adesso Canà è in difficoltà nel rapportarsi al calcio moderno e alle sue terminologie ma nonostante tutto riuscirà a districarsi alla grande.
"Non c'è campo con il mio telefonino UMTS ma solo il GPRS con il WAP non mi invia SMS e non ricevo MMS...mister che faccio?" - "Compra una vochele...la V di vaffanguloooo!"

1 commento:

Anonimo ha detto...

...Non son mai stata brava con le parole..figuriamoci a fare un commento di un commento di una poesia....!!!Però questa volta voglio buttar giù qualcosa solo per complimentarmi con te, Giovi!! Quello che hai scritto mi ha lasciato senza parole forse perchè son le stesse che ho dentro ma che mai riuscirò a esprimere...beh...tu ci sei riuscito alla grande!!!non sono una critica, non sono un' esperta di queste cose, ma dal mio piccolo (e non solo di statura;p) ti dico BRAVO!!!
E spero che un giorno insieme potremo voltarci e dire "ci siamo riusciti"!!!
Bacino, Laura..(ho scelto anonimo perchè non ero registrata;p)