sabato 20 dicembre 2008

Ieri, per motivi di lavoro, ho seguito tutta la riunione del direttivo nazionale del PD. Il discorso di Veltroni, quello di Rutelli, Fassino, Gentiloni, Fioroni, D'Alema e tanti, tanti altri. Per carità, il discorso di Walter è stato interessante, semplice nell'esposizione, chiaro nei contenuti, ma non di polso. Insomma, il ragazzo c'è, ma potrebbe fare meglio. Quanto detto dal segretario non credo inciderà in maniera convincente sul futuro del partito. Sono convinto che il PD sia un partito morente. Me ne dispiace perchè la cura è all'interno dello stesso partito, ma pare non si voglia usare.
Ieri, in un pattume di discorsi allineati c'è stata una voce fuori dal coro. Per la precisione 10 esponenti del direttivo nazionale hanno espresso dissenso. E devo essere onesto, mi sono un pò esaltato. Ascoltare la mozione sulla democrazia diretta come "elemento fondante del PD", mi ha fatto ritornare alla mente la bellissima esperienza delle primarie prima e delle elezioni dello scorso aprile poi, i mesi e le energie spese per sostenere un'idea di cambiamaneto, di inversione ad U. Il dissenso espresso ieri da Marione Adinolfi, Luca Sofri e altri 8 ha rigenerato le mie forze. Persone con background politici diversi che fanno delle divergenze un punto di reciproco rispetto per alzare la testa e formulare una controproposta agli "asettici assetti" interni. Sono contento che Marione abbia lottato, come direbbe lui non è stato un esercizio inutile, sono contento per quelle 10 persone: sono un lumicino di speranza per quello che hanno scritto/detto. Possiamo continuare a sperare in un'altra Italia, ma questa gente deve avere più spazio, perchè l'Abruzzo è attualmente un'anticipazione di quello che accadrà alle prossime europee. Diamo spazio agli Adinolfi, ai Sofri a chi ha veramente voglia di cambiare, di invertire la rotta. Si può fare.


1 commento:

timoteocarpita ha detto...

continuaiamo, auguri compare e a presto