mercoledì 3 settembre 2008

Mi sveglio con la testa pesante e mezzo rincoglionito, l'aspirina della sera prima non ha sortito grandi effetti. Il cielo è plumbeo, segnali di pioggia imminente. Si parte in direzione Olimpiastadion, non prima di aver fatto colazione in Alexanderplatz e aver bevuto una spremuta d'arancia purissima di circa mezzo litro per la quale è occorsa l'intera mattinata affinchè fosse completamente digerita. Lo stadio di berlino era una tappa obbligata, due anni prima venimmo consacrati Campioni del Mondo e da bravi italiani-medi-calciofili non potevamo non visitare una stadio costruito secondo le più balsilari linee guida dell'architettura nazista. Il cielo grigio aumentava la sensazione di oppressione, sottolineata dalla scelta infelice dei colori della struttura. Una volta entrati, il colpo d'occhio non è dei più belli, esattamente nella curva opposta a quella del nostro ingresso c'è il braciere olimpico, piccolo, mentre sul campo mancano linee di demarcazione, panchine e porte. Il campionato del Herta Berlino iniziava in trasferta e credo per questo motivo i lavori di risistemazione abbiano subito una lieve frenata. Piove e le mie energie iniziano ad andar scemando. Decidiamo di pranzare allo stadio sperando in un rallentamento delle precipitazioni. Quantomeno per raggiungere la metro, distante circa 800 metri.


Olimpiastadiom


Linee guida di un'architettura del passato



Tutto bello, ma le porte, le pachine e le righe del campo?



Pietralata e Balduina: chi è più coatto?


Io e Ciccio: una spanna su tutti!


Accesso al campo: cartello scritto SOLO in italiano...

Excursus 3 Le telefonate. Avevo detto a parecchie persone del mio viaggio in terra teutonica, ma non mi aspettavo di ricevere a due giorni dalla partenza, 3 telefonate importanti.
11 Agosto - ore 09:45 mi chiama Massimo Moratti. "Buongiorno Sasà (siamo in confidenza ndr). Senti tra un pò ti chiamano Giancarlo e Silvio per chiederti un favore, è una cosa importante, ne va dell'immagine dell'intero Paese." Provo a chiedere informazioni, ma niente, Massimo mi saluta e riattacca.


ore 10:13 - Squilla il mio telefonino. Numero privato.
"Pronto!"
"Gentile dottor Sasà, sono SilvioBerlusconi!"
"Pppprrrrrr!"
"Ma come! La chiamo per una questione di rilevanza nazionale. Mi faccia spiegare prima di trarre conclusioni azzardate...Da quando siamo diventati Campioni del Mondo, non abbiamo fotografie che testimonino la nostra presenza a Berlino. La sinistra e i magistrati asseriscono che in realtà non abbiamo mai vinto niente e che le partite le abbiamo giocate contro alcune controfigure in stadi italiani. Le chiedo un immenso favore: si faccia una foto con la Coppa del Mondo davanti allo stadio che ci manca nell'album commemorativo. Le chiedo un favore personale!"
"Ecco presidè, visto che è un favore personale, ci mandi Schifani a farsi la fotografia, io non la faccio". Segue breve , ma inutile tentativo di mediare da parte della Carfagna, ma niente, resto irremovibile.

ore 10:52 - Risquilla il telefonino. Ancora numero privato.
"Sarvatò (anche con lui sono in confidenza, noi gente di pallone ci conosciamo tutti ndr), sono Giancarlo (Abete ndr), Massimo ti ha accennato qualcosa? Dovrebbe averti chiamato anche Silvio..."
"Si Giancà, m'hanno chiamato entrambi, ma ho già detto di no, non la faccio la foto."
"Dai non fare il ragazzino, a fine agosto ci consegnano pure i badges di Campioni del Mondo, che figura ci facciamo? E' solo una foto, ma ci serve un rappresentate di rilievo, avevamo pensato pure a coso...come si chiama...quello che fa caciottopoli..."
"Calciopopoli..."
"Eh si quello, ma hai visto che faccia? Dai non farti pregare, ne va dell'immagine della Nazione, eppoi mica vorrai fare figuracce nella terra del Papa?..."
"Vabbè Giancà, vabbè, famo sta foto basta che non mi chiama più nessuno, ci vediamo venerdì allo stadio di Berlino intorno a mezzogiorno."


Campione d'Italia, Campione del Mondo

Dopo aver assistito a strani miscugli culinari da parte di altri visitatori e aver acquistato alcuni souvenir del Herta, riprendiamo la metro, destinazione Check Point Charlie. Sto uno schifo, cerchiamo e troviamo una farmacia. Il tipo, un simpatico tedesco frequente visitatore dell'Italia e di Roma, mi consiglia l'aspirina da prendere 3 volte al giorno. Poi ci chiede perchè ogni volta che torna a Roma, non vede avanzamenti nei lavori delle nuove linee metropolitane. Sviamo con eleganza il discorso sul pallone e sulla quantità di cose da vedere nella Capitale. Butto giù la prima aspirina e andiamo al check point.


From american sector

A nessuno di noi fa effetto, scattiamo qualche foto di rito, ma sostanzialmente restiamo indifferenti. Torniamo all'Amadeus Hostel. Riposo fino alle 21:00 circa, ho freddo, ma raccolgo le energie e andiamo a cena in un locale molto carino a Weinmeistrasse. Mangio un panino a fatica (io inappetente!) bevendo una birra. Restiamo a conversare e ordiniamo un'altra bionda. Non arrivo alla metà, sto male. Dispiaciuto chiedo ai miei compagni di viaggio di tornare in ostello, anche in questo caso, un traveller con un problema non è mai solo, grazie ragazzi!
Prendo un'altra aspirina. Mi metto a dormire con 2 maglie e una tuta d'emergenza, coperto da un piumone. Il balduino dice che devo fare una bella sudata per sfebbrare, Ciccio mi mette un altro piumone addosso. Iniziamo a conversare, provo a resistere, ma mi addormeto. Al rientro in Italia Ciccio mi prenderà per il culo: "Non puoi metterti a dormire mentre stai diceno una cosa!" Il mio viaggio è in caduta libera.
[continua]

1 commento:

francescobiraschi ha detto...

Fantastiche le telefonate!!
Però il balduino che si improvvisa dottore no è!

Berlino è bellissima mi stai facendo venire voglia di tornarci giorno dopo giorno!
Daje