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Per chi come me è figlio di quel magnifico decennio che sono gli anni '80, Ken il Guerriero rappresenta Il cartone animato. Un eroe leggendario capace di prendere vita in un fumetto del 1983 (mi pare) ed ottenere il massimo del suo splendore in un cartoon. Ultimo discendente della Sacra Scuola di Hokuto, il nostro eroe nella versione cinematografica mantiene intatte le caratteristiche che lo hanno reso celebre in tv. Sacrificio, amore sconfinato per i bambini, rispetto per gli avversari. I duelli pur essendo brutali non mettono paura, ma affascinano per l'eleganza delle movenze e la spettacolarità dei colpi. Nel film scoprimamo molto su Roul, il fratello maggiore. E' una nota importante, perchè questo lungometraggio ricalca fedelmente la storia già vista in tv. I disegni hanno però una grande pecca: sono spettacolati nei campi stretti, ma approssimativi nel momento in cui la scena si allarga. E' un dettaglio che se confrontato a quanto di buono visto nella serie da 109 episodi, lascia un pò l'amaro in bocca. La prima serie tv, infatti, nonostante fosse caratterizzata da un tratto grossolano delle fisionomie, risulta molto più precisa anche nelle scene in campo aperto. Ma tant'è ci si abitua, anzi, ci si passa sopra perchè la leggenda di Kenshiro rigenera i ricordi di quasi vent'anni fa. Il doppiaggio è ovviamente diverso da quello a cui ero abituato, ben fatto, ma la voce della piccola Lynn mi è parsa troppo matura per l'età della bimba. Il cinema scelto è stato quello del centro commerciale Porta di Roma: seduta comoda, parecchia distanza tra le poltrone in larghezza e profondità, audio di notevole qualità.