sabato 26 luglio 2008




Fantastico. 2h e 30' di pura genialità narrativa, orchestrata egregiamente da quel fenomeno che è Nolan. Il Cavaliere Oscuro è un viaggio introspettivo all'interno della personalità di Batman. Discorso che Nolan aveva già iniziato con il "Begins" e che in questa "rilettura" del primo episodio firmato Burton si annoda attorno a tutti i personaggi. Lo spettro d'analisi infatti, non è legato solo al personaggio Wayne, ma sposa tutti i presenti. La figura di Joker (Ledger è una spanna sopra tutto il cast, le ire di Nicholson sono ingiustificate) è descritta da attento profiler, il regista ha scelto uno stadio della follia molto impegnativo. Talmente folle da far apparire matto Batman, chiuso in ragionamenti cerebrali profondi, intimi. La potenza del film è nel far diventare Batman quasi un antieroe, alle prese con una continua lotta interiore tra il giusto e l'ingiusto. L'uomo pipistrello, personificazione della giustizia buia, torbido nei dialoghi e nelle movenze ha come contraltare Harvey Dent: e luce sia. Il personaggio interpretato da Aaron Eckhart è un viaggio lento e imprevedibile verso l'ambiguità del caso, con un traguardo finale raggiunto attraverso la percezione distorta del concetto di fato. Nolan riassume la vita ellittica di Dent, sostanzialemte in due scene: l'incontro con Joker e quello finale con Batman. Trova più spazio anche Gordon. Finalmente. Il poliziotto rude e incorruttibile è il cavaliere oscuro senza la maschera. Lui e Batman infrangono la legge per un fine superiore, ma mentre il primo combatte e riflette sulla sua condizione di emulabilità, conscio di poter diventare un modello negativo, Gordon sa di vivere della luce riflessa del pipistrello. E questa sua condizione offusca ogni giudizio sulle sue azioni, tese non a ristabilire l'ordine, ma un ordine. Insomma, il viaggio che Nolan ha intrapreso è duro da immaginare: mi aspetto un seguito (perchè Batman senza Pinguino è come la cotoletta senza patatine) e al tempo stesso ne sono preoccupato. La strada intrapresa rischia di diventare un racconto ancora più lontano dal fumetto e già così lo è. Infatti non sono tutte rose e fiori. Molte cose non mi sono piaciute: sicuramente Gotham City. troppa luce in questa cazzo di città! La Gotham con cui sono cresciuto è torbita, scura, malvagia, brutta. Quella di Nolan è luminosa, troppo! E poi la bat-caverna. Io capisco che Bruce Wayne non abita più nella villa fuori città, che si è trasferito nel superattico in centro, ma quando scende nella tana, non è che deve avere un impianto luci stile San Siro...Sicuramente due note stonate i mezzi di locomozione. La bat-mobile e la bat-moto sono brutte. Perchè Wayne utilizza Lamborghini e Augusta per girare e Batman una moto e una macchina che più tozze e rozze non si può? Eppoi il costume, quest'ultimo non mi piace molto e ha il mantello a scomparsa. Ma la cosa più grave in assoluto, però, è il refresh del logo. Sta cosa mi fa star male, perchè è il messaggio più evidente dello scollamento dal fumetto. Ma questi sono appunti di un fan malato di mente, legato, forse troppo al film di Burton che fedelmente rispecchiava il fumetto nelle atmosfere e nelle caratteristiche dei personaggi. Oggi, l'uomo pipistrello è lontano da quello dell'accoppiata Burton - Keaton e fortunatamente lontanissimo dal duo Schumacher - Kilmer. Oggi l'uomo pipistrello è riadattato per essere un guerriero moderno, indistruttibile e riassumibile nell'immagine data in una frase del film: la notte è più nera poco prima dell'alba.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come al solito recensione impeccabile!!!

HeMO! ha detto...

taringra!